VORREMMO CONSIGLIARLO A VERI LETTORI COME NOI CHE SCELGONO UN LIBRO PERCHE' LA TRAMA E' COINVOLGENTE E NON DI CERTO PER IL NUMERO DI PAGINE!

SE AMATE L'AVVENTURA, LEGGETE ANCHE VOI IL LIBRO "IL MISTERO DI CASTLEMOOR" E VI APPASSIONERETE COME NOI, VIAGGIANDO ALLA SCOPERTA DEL SAPERE, ATTRAVERSANDO VARIE DISCIPLINE.


SIETE PRONTI PER LA NAVIGAZIONE? ALLORA, SI PARTE!!!

P.S. E' VIETATA LA PARTENZA A FIFONI E CREDULONI!

giovedì 5 aprile 2012

Credenze popolari: storie di fantasmi a ... Palese

N.B. Si consiglia la lettura in compagnia di un adulto. Le nostre mamme l’hanno modificata per sdrammatizzarla un po’, perché l’originale è una storia davvero horror  che fu inventata da alcuni ragazzi di Palese per raccontarla quando si riunivano in comitiva di sera alle ragazze per farle spaventare e farsi abbracciare. JJJ A loro dire, sembra che il narratore fosse così bravo che tutte ci cascavano anche quando la ascoltavano per la seconda, terza, quarta…volta! J J J Dopotutto è un racconto non tanto diverso da quelli spaventosi con mostri e zombie che troviamo nei giochi virtuali con cui amiamo  divertirci noi bambini del III Millennio.
Il fantasma della Torre
Tanto tempo fa, quando le automobili ancora non esistevano e si viaggiava in calesse, viveva a Palese, una piccola frazione di Bari, un ladro sfortunato che non riusciva mai a compiere un bel furto. Finchè un giorno, seduto in lacrime sul sagrato della chiesa di San Michele Arcangelo, assistendo al funerale di una nobile proprietaria terriera e notando i vestiti eleganti dei parenti, ebbe un colpo di genio. Aveva deciso di frugare la bara della defunta non appena fosse rimasto solo nel cimitero, convinto che i ricchi, fossero seppelliti anche con i loro gioielli, dimenticando che l’era dei faraoni era terminata da un bel po’! All’imbrunire sgattaiolò nell’obitorio, ma, con la fortuna che aveva, anche questa volta c’era ben poco da rubare. Infatti c’era solo un anello con brillante infilato al dito anulare. Sfila e sfila, tira e tira, ma l’anello proprio non voleva scivolare via, anche perché lo tirava senza vedere dove mettesse le mani, poiché il suo coraggio da coniglio non gli permetteva di guardare la defunta. Allora, stufo di sudare, prese dalla sua borsa da lavoro una tenaglia e pensò bene di farla finita tagliando il dito. Zac! Un taglio netto e nascose il bottino in tasca. All’improvviso sentì strane urla e rumori provenire dal cimitero e, da perfetto fifone, scappò a gambe levate.  In realtà erano i soliti gatti e barbagianni tipici della zona che la infestavano a quell’ora. Corse a più non posso, senza meta, fra le campagne del paese, tra ulivi secolari che gli incutevano ancor più paura per le strane forme che assumevano nel buio della notte i loro tronchi e rami ricurvi. Ormai stremato e con la gola arsa, vide una torre illuminata dalla luna piena e bussò al portone per chiedere un bicchiere d’acqua. Lo aprì una bellissima donna che subito lo fece accomodare. Solo quando la donna ritornò dalla cucina col bicchiere d’acqua in mano, il ladro s’accorse che l’unico difetto che aveva quell’incantevole signora era il dito anulare mozzo. Stordito dalla sua bellezza, le chiese cosa le fosse mai successo e lei rispose…”Perché me lo chiedi? A nessuno ormai importa più di me!”. Il ladro, sentendo quelle parole, si spaventò così tanto per la coincidenza del dito con la defunta, che non fece neanche in tempo ad impallidire che fulmineo uscì da quella torre, ma con il bottino ancora in tasca. Rifugiatosi a Bitonto, paesino limitrofo, vendette subito l’anello e con il ricavato riuscì finalmente a condurre una vita agiata, promettendo a se stesso di non fare più ritorno a Palese.
In realtà, la donna che fu così gentile con lui, era viva e vegeta, ma sola e triste perché nessun uomo la voleva sposare proprio per il dito che le mancava a causa di un incidente avuto da piccola. Lei quella sera ebbe un colpo di fulmine e s’innamorò perdutamente del fifone ladro gentiluomo, ma non ebbe più sue notizie.
La leggenda narra che poco dopo la donna morì di solitudine e che fra i ruderi di quella vecchia torre abbandonata si aggira ancora oggi il suo fantasma in attesa del suo amore  per farsi infilare l’anello (con tutto il dito) come segno del loro fidanzamento. J J J
Noi prodi cavalieri “moderni”, siamo andati (di giorno) sul luogo simile a quello descritto ed ecco la prova del nostro coraggio.





a cura delle mamme

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