VORREMMO CONSIGLIARLO A VERI LETTORI COME NOI CHE SCELGONO UN LIBRO PERCHE' LA TRAMA E' COINVOLGENTE E NON DI CERTO PER IL NUMERO DI PAGINE!

SE AMATE L'AVVENTURA, LEGGETE ANCHE VOI IL LIBRO "IL MISTERO DI CASTLEMOOR" E VI APPASSIONERETE COME NOI, VIAGGIANDO ALLA SCOPERTA DEL SAPERE, ATTRAVERSANDO VARIE DISCIPLINE.


SIETE PRONTI PER LA NAVIGAZIONE? ALLORA, SI PARTE!!!

P.S. E' VIETATA LA PARTENZA A FIFONI E CREDULONI!

giovedì 5 aprile 2012

Informatica: INTERVISTA ALL'AUTRICE ANNA VIVARELLI

Incuriositi dalla storia del libro, abbiamo letto anche la biografia dell'autrice Anna Vivarelli. Ma non ci bastava perchè volevamo avere ultreriori informazioni su chi avesse avuto la brillante idea di scrivere un libro così bello. Abbiamo cercato il suo sito sul web e visitando la pagina dei contatti abbiamo pensato di intervistarla mediante una e-mail, per completare il nostro viaggio attraverso le varie discipline, perchè nel racconto alcuni personaggi comunicano fra loro proprio tramite e-mail.

La scrittrice Anna Vivarelli è stata così gentile e simpatica nel risponderci, in così poco tempo, che stentavamo a crederci, colmando di gioia i  nostri cuori, per cui la ringraziamo ancora una volta.

INTERVISTA

D. Alberto Martino: "Come ha fatto a superare l'inquietudine provocata dalle storie di fantasmi che leggeva da piccola, come racconta nella sua biografia? E perché, se la suggestionavano così tanto, continuava comunque a leggerle?"
R. “Ah, ma non l’ho superata per niente! Per esempio non vado al cinema a vedere film horror o che trattano il sovrannaturale. Però da bambina le storie le finivo perché arrivare fino in fondo mi dava una grande soddisfazione. Mi dicevo: “Ce l’ho fatta!”, e mi sentivo fiera di me, perché avevo trovato il coraggio di affrontare la paura: questa è secondo me una sensazione bellissima. Comunque ancora adesso, se sono tranquilla in casa, e soprattutto se c’è qualcuno a farmi compagnia, qualche volta provo a leggere un romanzo di Stephen King o di autori di questo genere. Ma mai di notte...”

Antonio Garofalo: "C'è un modo per sviluppare una vasta fantasia come la sua?"
R. “Questa è una domanda difficile, perché io non ho fatto nulla per aumentare la mia capacità di inventare storie. Naturalmente ho letto e leggo tuttora tantissimo, e questo sicuramente aiuta a sviluppare un proprio mondo interiore. Poi ho lavorato moltissimo sulla scrittura, per imparare a scrivere sempre meglio, per costruire le mie storie in modo che siano avventurose e avvincenti, per descrivere i personaggi e gli ambienti. Ma le idee, o ti vengono o non puoi procurartele. Io credo però che la fantasia sia molto legata alla curiosità: a me piace la gente, mi piace incontrare i bambini e parlare con loro, mi piace osservare il mondo, capire perché le persone si comportano in un certo modo e non in un altro, scoprire luoghi che non conoscevo, leggere storie scritte da altri. Se non si è interessati a ciò che ci circonda, credo sia difficile inventare qualcosa…”

Martina Pantaleo: "Per descrivere Matthew ha conosciuto un ragazzino che, come lui, crede ai fantasmi?"
R. “No, non mi pare. E del resto, non invento mai i personaggi delle mie storie “pescando” caratteri e abitudini dalle persone che conosco. In parte perché non sarebbe giusto: uno scrittore è anche e soprattutto una persona qualunque, che vive in mezzo alla gente, e i miei familiari o i miei amici non apprezzerebbero affatto l’idea di venire osservati e copiati… E in parte perché nessun personaggio preso dalla realtà sarebbe del tutto adatto ad una storia di fantasia. Forse, senza rendermene conto, afferro piccoli dettagli, un particolare fisico, un modo di esprimersi, un carattere, poi mescolo tutto e costruisco il personaggio. Anche se poi i personaggi vanno di pari passo con la storia, quindi si modificano a seconda di dove li condurrà la trama del romanzo”.

Andrea Fabiano: "Quanto tempo ha impiegato per scrivere il libro?"
R. “Più o meno un anno, che per un romanzo piuttosto lungo come Il mistero di Castlemoor non è molto. Ma bisogna sapere che una parte del tempo è dedicata alla stesura della storia, e un’altra parte, la più grande, viene impiegata per revisionare, correggere, rileggere, spostare, modificare, cancellare… La revisione è importantissima, almeno quanto la stesura iniziale. So che le maestre raccomandano sempre di rileggere ciò che si è scritto, e secondo me dovete dar loro retta, perché nessuno, neanche uno scrittore di mestiere, può evitare questo lungo lavoro. Se vi dessi da leggere la prima versione delle mie storie non vi piacerebbe…”
Marika Cotrone: "Leggendo l'epilogo, ha mai pensato di scrivere il seguito ambientandolo in Italia?".
R. “Ma certo! E l’ho anche fatto. Si intitola L’enigma del Conte Bianco  ed è ambientato un paesino immaginario che ho chiamato Roccabianca. Ci sono Matthew, Davide, Luca (che ne Il Mistero di Castlemoor compariva per poco e invece in questo secondo libro ha un ruolo importantissimo) e poi naturalmente ci sono i fantasmi, il Conte Bianco dalla faccia triste e la bellissima Clara, più altri personaggi reali, alcuni positivi altri invece estremamente malvagi… Vi incollo qui sotto la copertina.



Le mamme: "Ha mai pensato di farne un film, visto l'interesse che ha suscitato nei nostri figli?"
R. “Buongiorno, mamme. Trovo meraviglioso che attraverso un mio libro, mamme e figli collaborino ad un progetto. Sono bambini fortunati, i vostri…
Sì, a dire il vero sembrava anche a me che Il mistero di Castlemoor fosse un romanzo molto adatto alla trasposizione cinematografica, ma purtroppo queste cose non dipendono da me. Io cedo le mie storie ad un editore, e di lì in poi in un certo senso non sono più mie. Però i diritti di questo libro sono stati venduti in Cina, e mi fa una certa impressione pensare che i bambini cinesi condividano con i miei lettori italiani la storia di sir Galafried, dell’orribile sir Horace e dello sfortunato Pillow…

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